Larice abbarbicato sulla roccia nello stile Ishi-Zuki.

Larice abbarbicato sulla roccia nello stile Ishi-Zuki.

Esistono tre forme fondamentali di Bonsai su roccia: Ishi-Zuki, Insho Gata-Ishi e Sekijoju.
Lo stile Ishi Zuki simula uno scenario roccioso alpestre o marino, dove i venti e le acque plasmano sia le rocce che gli alberi, ma può rappresentare anche quieti paesaggi rocciosi.
In questo stile, il sistema radicale viene collocato nelle cavità della roccia stessa e poiché essa funge da contenitore è necessario farci stare il maggior quantitativo di terriccio possibile, poiché gli alberelli non andranno mai più rimossi.
E’ chiaro che la roccia prescelta deve avere “carattere” e movimento; questa, oltre a rappresentare uno scoglio, una montagna, un’isola, un litorale aspro e roccioso, una forma bizzarra o antropomorfa o un tronco bitorzoluto imponente, deve avere una dimensione adeguata per sostenere
una o più piante e che armonizzi con l’albero principale a cui è destinata.
La roccia come l’albero, ha una sua parte frontale che la rende particolarmente interessante, e così pure l’apice e gli altri lati che creino una
prospettiva tridimensionale. In ognuna di queste superfici di maggior interesse è preferibile evidenziare la nudità della roccia, lasciando ampie zone prive di vegetazione.
Pini, ginepri, larici, aceri, frassini, olmi, fichi, sono sicuramente gli alberi più adatti, ma molte altre sono le essenze usate negli stili su roccia.
Si potranno inserire in punti sparsi delle piantine secondarie, erbacee perenni adatte e vari tipi di muschi dai colori policromi in modo da formare un insieme armonioso e naturale.
Si procederà piantando l’albero principale già abbastanza formato, liberando le radici dal terriccio di coltivazione; la pianta deve avere un apparato radicale molto contenuto e forte. Prima di fissare definitivamente l’albero con il filo, va controllata la posizione considerando il fronte, la disposizione delle radici, l’inclinazione, la disposizione dei rami rispetto alla parete rocciosa, più altri elementi secondari, comunque facilmente modificabili.

La pianta presa in esame per questo ishi-zuki è un piccolo larice, mentre la pietra è pura dolomia che ben rappresenta un picco dolomitico.
Si è scelto un vaso basso ovale dove appoggiare la pietra, e poiché ha un aspetto verticale è stato necessario ancorarla per non farla cadere.
Questo ishi-zuki ebbe inizio il mese di ottobre del 2013, e con l’aiuto di mia moglie Haina l’abbiamo portato a termine.
Dopo un paio d’anni, lasciato libero di vegetare, in questi giorni di novembre l’ho ripreso per risistemare alcuni rametti, poiché nel frattempo si è ben consolidato sulla roccia.
Vediamo alcune immagini del primo step del 2013, ed altre nel 2015.
Buona visione da Armando e Haina.

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Pino mugo diviso in due mediante la separazione delle radici lavorato alla Giareda.

Pino mugo diviso in due mediante la separazione delle radici lavorato alla Giareda.
Testo e foto di Armando Dal Col

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (25)

Vale la pena riprendere questo post per seguirne l’evoluzione di uno dei due pini separati alla base della pianta madre, lavorato alla Giareda il 6 settembre 2015.
La storia di questo pino mugo è piuttosto recente, e quello che lo caratterizza sono le due forze opposte. Infatti, alla base del tronco sembra che si siano unite due piante, una con un unico tronco tendenzialmente prostrato munito di un palco terminale a “cuscino”, mentre l’altra si suddivide in più tronchi muovendosi in direzione opposta. Utilizzando tutta la pianta diventerebbe necessario selezionare dei rami per creare un Bonsai credibile ma anche contenuto, e questo farebbe cadere la scelta su una o l’altra direzione, sacrificando così dei rami importanti. L’idea nata fin dall’inizio era concentrata sulla possibilità di dividere il pino mugo alla base ottenendo due piante, e questo naturalmente senza pregiudicare la vita di entrambe. Ma le azioni da fare non sono così semplici come le idee, poiché dividere la pianta significa correre dei seri rischi per la sopravvivenza della stessa. Questo problema è stato affrontato anticipando il rinvaso del pino mugo prima che producesse troppe radici che avrebbero aumentato la difficoltà nel separarle. Infatti, dopo la rimozione della pianta dal grande vaso in cui era stato inserito due anni prima nel post espianto, Haina ed io ci siamo messi all’opera controllando meticolosamente l’apparato radicale e la sua possibilità nel dividere la pianta. Una grossa radice avvolgeva la base del ramo prostrato interessante, il quale era ancorato a sua volta con una robusta radice alla base dell’arbusto. Trepidanti e fiduciosi ci siamo messi all’opera per cercare di separare la pianta, ponendo la massima attenzione che entrambe fossero munite di sufficienti radici. E così avvenne!
Ed ora la parola alle immagini.

Pino mugo visto nel 2011, è stata parzialmente coperta la base della pianta per ridurre il quantitativo d’acqua a causa delle frequenti precipitazioni piovose.

Foto prima del rinvaso. Pino mugo fotografato in agosto del 2012 ad avvenuto attecchimento. Sono visibili dei robusti tiranti a vite per avvicinare due grossi rami.

Foto prima del rinvaso. La base del pino mugo offre la possibilità di dividere la pianta utilizzando due entità distinte.

Foto prima del rinvaso. La pianta vista nella sua interezza.
Foto 1. 15 aprile 2013, la pianta è stata svasata dal grande vaso che l’ospitava. Si notano delleradici sottili nella circonferenza perimetrale del substrato.

In questa immagine si ha la netta sensazione delle due forze opposte che esprime questo pino mugo.

L’immagine della pianta vista in questa angolazione non lascia dubbi, quale parte andrebbe rimossa tenendola integra?

La pianta madre si è “slegata” del figlio rimasto troppo a lungo avvinghiato. Ora è cresciuto sufficientemente per avere una vita autonoma.

La pianta è stata capovolta e appoggiata momentaneamente sul vaso per agevolare le infiltrazioni con ormoni fito radicanti, iniettati lungo l’asse della radice

Terminato il rinvaso, ho dovuto puntellare il tronco nella posizione desiderata. In questa immagine la contro conicità del tronco è assente, e questo sarà sicuramente il fronte più appropriato per il futuro Bonsai.

Ed ora alcune immagini della lavorazione del pino mugo che Haina ed io, abbiamo eseguito domenica 6 settembre alla Giareda di Reggio Emilia in occasione della mostra nazionale di Bonsai e Suiseki nella competizione Istruttori a confronto.
Enjoy

Mugo dal tronco doppio alla base (1)

Separazione delle radici del pino mugo (2)

Separazione delle radici del pino mugo (8)

Separazione delle radici del pino mugo (11)

Separazione delle radici del pino mugo (16)

Separazione delle radici del pino mugo (17)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (1)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (2)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (3)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (4)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (5)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (6)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (7)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (8)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (9)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (10)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (11)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (12)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (13)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (14)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (15)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (16)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (17)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (18)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (19)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (20)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (21)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (22)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (23)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (24)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (25)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (26)

Settembre 2015 dimostrazine alla Giareda di Reggio Emilia (27)

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Margotte di Acero tridente nelle fasi pre e post separazione.

Margotte di Acero tridente nelle fasi pre e post separazione.

Queste margotte sono state preparate per un periodo di tre anni da piccoli rami che uscivano dal tronco dell’acero. La ramificazione compatta e piacevole alla vista dava la sensazione di vedere in questi rametti degli pseudo alberelli. Ecco perché in gennaio di quest’anno 2015 decisi di praticare la margotta ai rami. La difficoltà di margottare il tronchetto alla base era piuttosto difficoltosa in quanto non c’era lo spazio necessario per praticarla con la solita tecnica a “caramella”, ecco perché ho scelto la tecnica del passante utilizzando delle giovani piantine fatte da seme.
A fine agosto e cioè oggi 27.08- 2015, delle cinque margotte che feci in gennaio, ben quattro erano pronte per la separazione. Vediamo alcune fasi della lavorazione con l’avvenuta separazione delle 4 margotte.
Enjoy!

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2015,il Faggio Patriarca ha compiuto 240 anni!

Anno 2015, il Faggio Patriarca di Armando Dal Col ha compiuto 240 anni!
Un invito alla popolazione a visitare il Giardino museo Bonsai della serenità ubicato nel centro storico di Tarzo dei maestri Dal Col.

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Questo è il famoso Faggio “Patriarca”, campione del mondo nel 1986 in Giappone, pluripremiato dalla Nippon Bonsai Association (NBA), la massima autorità mondiale del Bonsai.
Il Faggio proviene dalla provincia di Belluno dov’era cresciuto in mezzo a dei grossi massi, le cui condizioni di vita erano ridotte al limite estremo della sopravvivenza.
Attaccato dai cacciatori (il tronco verso l’apice della pianta era semi putrefatto a causa dei numerosi pallini da carabina che si erano conficcati nel legno).
Il faggio fu scoperto nel 1970; è stato potato drasticamente sul luogo di crescita per ridurne le dimensioni, ripulito dalle infestanti, nutrito e curato per ben 5 anni sul posto e, successivamente, espiantato dopo aver constatato una sua incredibile ripresa vegetativa.
Dal conteggio degli anelli di crescita annuale avvenuto nel 1975 all’epoca dell’espianto, il numero complessivo risultava di ben 200 anelli, e così nel 2015 il Faggio ha compiuto la veneranda età di 240 anni!
Il faggio, nel corso degli anni ha subìto diversi interventi: è stato ripulito, potato, scalpellato, innestato, legato con il filo e con i tiranti; ora è ritornato in vita, anzi alla vita stessa, conquistando la dignità di albero entrando a buon diritto nella storia del Bonsai in Italia, riconosciuto in tutto il mondo collocandolo fra i grandi capolavori dei Bonsai occidentali.

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Il Faggio ai vertici della classifica mondiale.

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il Faggio Patriarca  nel 2015 ha compiuto  240 anni (4)

WEEK END NEL GIARDINO CON VISITE GUIDATE

VISITE GUIDATE NEL GIARDINO MUSEO BONSAI.
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Week End dedicato alle visite guidate nel Giardino Museo Bonsai della serenità dei maestri Armando e Haina Dal Col.

Le temperature di questi giorni hanno permesso alle piante di “vestirsi” con il loro abito più bello, per presentarsi nel miglior modo possibile ai numerosi visitatori che in questo particolare periodo dell’anno frequentano il giardino Bonsai.
Le numerose specie presenti nel museo creano un effetto visibile di straordinaria bellezza, momenti questi che i coniugi Dal Col condividono con tutti gli appassionati di questa nobile Arte Orientale.

7 GOLD dedica uno special al Museo Bonsai

7GOLD, Sabato 21 Febbraio ore 18.30 – Speciale ASPETTANDO LA PRIMAVERA DEL PROSECCO 2015

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7eDintorni 7edintorni@gmail.com tramite mail72.atl31.mcdlv.net
12:55 (21 ore fa)
a me
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SPECIALE 7eDintorni – 7 GOLD
…Aspettando la Primavera del Prosecco Superiore 2015
7eDintorni, la trasmissione di 7GOLD dedicata alle eccellenze del territorio presenta due speciali sull’Alta Marca Trevigiana, patria del Prosecco Superiore. Le trasmissioni, in onda alle 18.30 (diffusione nazionale) sabato 21 e 28 Febbraio, andranno in replica Lunedì 23 e Lunedì 2 Marzo alle 18.30.
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21 FEBBRAIO
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ORE 18.30
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Armando Dal Col
Allegati09:57 (1 minuto fa)
a 7eDintorni
Oggi con la prima puntata va in onda anche il servizio sul museo Bonsai oppure sarà con la seconda puntata: Grazie per l’informazione.
Il giorno 20 febbraio 2015 12:55, 7eDintorni <7edintorni@gmail.com> ha scritto:
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Armando Dal Col Oggi alle 18,30 la prima puntata, mentre la seconda andrà in onda sabato 28 febbraio sempre alle 18,30. in una delle due puntate ci sarà anche un servizio fatto sul Giardino Museo Bonsai della serenità dei coniugi Dal Col.

Tecniche per una margotta su Acero Butterflay.

Tecniche per una margotta su Acero Butterflay mediante l’innesto.

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La particolarità di questo acero è rivolta particolarmente al suo fogliame variegato nelle varie tonalità, le cui foglie assumono le sembianze di graziose farfalle. La riproduzione di questo acero avviene principalmente per innesto, mentre per talea ha poco successo e così pure per margotta.
Come Bonsai lo si riscontra molto raramente fra i professionisti, ma poiché io sono una persona che ama “le sfide” desidero inserirlo nella mia collezione. E per questo ho usato una giovane piantina di acero fatto da seme per inserirlo nel ramo da margottare come fosse il “porta innesto”.

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