Per una visione ottica inventai il Bonsai.

Per una visione ottica inventai il Bonsai.
Infatti, non conoscendolo è come se l’avessi inventato!
Questa è la storia di Armando Dal Col.
Dai semi delle pignette raccolte in autunno del 1958 e seminati nelle cassette di legno della frutta, a degli splendidi bonsai visti nel 2018. 60 anni di vita trascorsi insieme.
Penso non ci sia un’altra persona al mondo che abbia avuto un simile inizio, poiché chiunque si sia avvicinato al Bonsai ha potuto vederlo, magari solo in foto, oppure averne sentito parlare.
Da ragazzo, mi piaceva ammirare gli alberi fioriti in primavera, ed allungando un braccio vedevo l’albero proiettarsi sul palmo della mia mano. E fu così che mi nacque l’idea di creare un albero in miniatura che potesse vivere in una ciotola, da tenere fra le mie mani.
Ma passarono alcuni anni prima che realizzassi questa idea; infatti, terminato il servizio militare, mi ritrovai in uno stato d’animo intriso di malinconia, e l’immagine dell’albero in miniatura da tenere sul palmo della mia mano si riaccese, creando in me un senso di quiete e serenità; e fu così che iniziai l’avventura.
Era l’autunno del 1958 quando andai in montagna a raccogliere delle pigne di conifere di larici, abeti, pini silvestri e pini mughi, poiché era l’ambiente adatto visto da un recente passato militare trascorso nella Brigata Alpina Cadore. E le maestose conifere rappresentavano per me l’albero per eccellenza!

Da una visione onirica di vedere l’albero in miniatura abbarbicato sulla roccia, separando i semi della pignetta di larice che tenevo sul palmo della mia mano nel lontano 1958, e vederlo concretizzato poi negli anni fino a questa mia immagine ripresa nel mese di aprile 2018. 60 anni di vita condivisa con questa mia semplice opera insieme a molte altre!

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Armando nel 1971 con la betulla.

Armando nel 1973 con il famoso pesco che iniziò a modellarlo nel 1963.

Acero palmato di un anno nato nel 1965.

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Lo stesso acero visto nel 2018.
L’acero esposto alla mostra “Fiori d’inverno 2018” all’Abbazia di Rosazzo vicino a Udine.

Uno dei tanti miei aceri fatti da seme esprimono un senso di quiete e serenità.

Ecco il famosissimo Faggio Patriarca campione del mondo in Giappone nel 1986.

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Armando ripreso all’entrata del suo Giardino museo Bonsai della serenità, considerato il Tempio della Storia del Bonsai italiano.

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Nell’autunno del 1958 quando tenni sul palmo della mia mano una pignetta, nella mia mente vedevo materializzarsi una piccola forestina di larici cresciuta in un grande vassoio, e così avvenne. La visione onirica si è materializzata, generando nella primavera del 1960 diverse piantine di larici gemelli in uno spazio veramente ridotto, cercando in seguito di creare l’effetto di un bosco reale. Qui osserviamo una sezione del bosco ripreso nel mese di aprile 2018, 60 anni di vita condivisa quotidianamente! Il Grande Maestro giapponese Saburo Kato quando lo conobbi la prima volta nel 1983 disse la stessa cosa, e questo è il vero spirito del Bonsai!

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La forestina di larici ammirata nella veste magica autunnale, un’emozione unica!

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Molte delle piantine seminate nel 1958 e anni successivi sono qui rappresentate. Questa è una delle vie del Bonsai Do, in cui sono necessarie cure costanti e assidue, doti che pochissimi sanno affrontare con il necessario sacrificio.

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