UN PINO MUGO BATTEZZATO “LA DANZA DEL COBRA”.

 

La Danza de La Cobra
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Ho sempre avuto un debole per le piante vecchie dal tronco martoriato, e così ho cercato di dare loro un  nome adatto che potesse essere identificabile per le sue caratteristiche principali.

A dire il vero questo pino mugo aveva un andamento molto  compatto e i suoi rami erano adagiati sul terreno. Il tronco principale era  semi putrefatto e  sembrava  estraneo al resto della pianta poiché non seguiva  un andamento logico, ma si espandeva alla base nel senso trasversale inglobando anche un piccolo rododendro che raccolsi con cura insieme alla pianta. L’epoca della raccolta in natura  è avvenuta nella primavera del 1998.

 

L’attecchimento della pianta è avvenuto solo dopo tre anni e, subito dopo, ho cercato di verticalizzare il tronco per far sì che le future masse verdi sovrastassero la base della pianta.

Con non poche difficoltà l’asse primario del pino mugo iniziò a fissarsi nella forma desiderata tanto che dava l’impressione di vedere  un cobra che si ergeva in maniera sinuosa come se volesse danzare. Da qui nasce il nome di questo pino mugo: “La danza del Cobra”.

Certamente i passi successivi sono stati ancora lunghi, e le prime documentazioni fotografiche documentate  iniziano solo dal 2006.

Un particolare ringraziamento per la rapida evoluzione del pino mugo va a mia moglie Haina che da subito si era innamorata di questa pianta, ed io non esitai ad affidarle le cure necessarie al fine di portare a compimento il mio progetto pensato.

In questi lunghi anni trascorsi insieme fianco a fianco, Haina ha acquisito una sorprendente manualità delle tecniche bonsaistiche, sia nei rinvasi sia nell’applicazione del filo, e per questo le ho affidato la modellatura più “minuziosa” della ramificazione più sottile, adatta alle mani di una donna.

Ed ora uno sguardo alle immagini per seguirne l’evoluzione.

 

 

Pino mugo foto 1.   Il Pino mugo  dopo  l’attecchimento consolidato, era stato sottoposto ad una serie di interventi con l’utilizzo di robusti tiranti a vite, al fine di avvicinare il tronco prostrato verticalizzandolo il più possibile.

Trascorsi alcuni anni, nel 2006 è stato trapiantato in un vaso bonsai rotondo, otticamente adatto alla struttura dell’albero.

 

 

Foto 2.  Non ho voluto separare il giovane rododendro dal mugo, e così continueranno a convivere insieme;

il tronco principale è stato modellato e risanato, mentre quello  secondario ha assunto un movimento sinuoso come se si trattasse di assistere alla “danza del cobra”.

 

 

Foto 3.   Il tronco trasversale in primo piano.

Il Pino mugo si è consolidato e rinvigorito.

 

 

 

 

Foto 4.   Haina solleva il vaso sul retro del Pino mugo per verificarne l’effetto, evidenziando il fronte e l’inclinazione della pianta  che assumerà con il prossimo rinvaso.

Questa operazione non era consigliabile eseguirla in precedenza in un vaso di queste dimensioni, poiché le radici attive si trovano tutte sul retro e sollevando la pianta sarebbero venute allo scoperto. Si sarebbe potuto optare per un vaso più alto, ma il tronco trasversale che considero il punto focale di maggior interesse della pianta sarebbe stato parzialmente interrato rischiando di marcire in breve tempo.

 

 

 

 

Foto 5. Haina riapplica il filo su alcuni  rametti sottili, al fine di migliorare la struttura della ramificazione.

 

 

 

 

 

 

Foto 6.  Il Pino mugo, la “danza del Cobra”.

L’aspetto è accattivante anche se migliorabile, decido comunque di partecipare al concorso internazionale al “World Bonsai Friendship Federation World Bonsai Contest”.

 

 

Foto 7. Il pino mugo è risultato vincitore entrando nella prestigiosa categoria di “Honorable Winner”.

 

 

 

 

Foto 8. Award Certificate “Bonsai no Kokoro” di Armando.

 

 

 

 

Award Certificate “Bonsai no Kokoro Winner” di Haina.

Abbiamo presentato un Bonsai per ciascuno, ed entrambi abbiamo vinto!

 

 

 

 

Foto 9.  Il pino mugo si è ben consolidato in questi anni, il vaso risulta essere inadatto per cui si procederà ad un nuovo rinvaso scegliendo un altro tipo di vaso.

 

 

 

Foto 10.   Marzo 2012, rinvaso del pino mugo.

 

 

 

Foto 11.   Haina con disinvoltura inizia a rimuovere il terriccio dalle radici.

 

 

 

Foto 12.  Rimozione del terriccio.

 

 

 

Foto 13.  Il terriccio è stato totalmente rimosso.

 

 

 

Foto 14.  Le radici vengono “pettinate” per sciogliere eventuali grovigli intrecciati.

 

 

 

 

Foto 15.  Haina taglia alcune radici per ridurre la massa radicale.

 

 

 

Foto 16.  Si è scelto un vaso artigianale di pregevole fattura.

 

 

 

Foto 17.  Haina continua imperterrita la delicata fase del rinvaso.

 

 

 

Foto 18.  Si è cercato di non danneggiare il piccolo rododendro di montagna, il quale come si ricorderà era stato raccolto insieme al pino mugo per cui ho voluto conservarlo nella composizione controllandone le dimensioni al fine di non entrare in competizione con la pianta.

 

 

 

Foto 19. Controllo dell’inclinazione dell’albero prima di fissarlo definitivamente.

 

 

 

Foto 20.  Al termine del rinvaso e della creazione del paesaggio, il vaso con la base della pianta è stato protetto con il tessuto non tessuto sia da eventuali gelate tardive che dall’attacco dei merli desiderosi di cercare eventuali vermi sotto le zolle di muschio.

 

 

 

Foto 21.   Haina prima assoluta alla mostra di Sacile.

L’immagine del Pino mugo è davvero accattivante, e alla mostra nazionale di Bonsai a concorso del 2012 tenutasi a Sacile in provincia di Pordenone, il Pino mugo esposto da Haina si è classificato al primo posto come miglior esemplare.

 

 

 

 

Foto 22. Catalogo UBI 2012.

Ho presentato il pino mugo alla mostra Congresso dell’UBI 2012 tenutasi ad ARCOBONSAI, entrando meritatamente nel catalogo UBI dei migliori Bonsai e Suiseki.

 

 

Foto 23.  Le pareti del vaso sembrano ricordare le squame di un serpente. Ecco perché il pino mugo battezzato “la danza del cobra” ben si adatta alla struttura del vaso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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